La rivendicazione di CasaPound è finita su Youtube. “CasaPound rivendica lazione portata a termine questa mattina, 27 novembre 2008 alle prime luci dellalba” vi si legge “Abbiamo incappucciato una ventina di statue della città, tra queste spiccano le statue di palazzo M, il bersagliere di piazza Roma e il bonificatore di piazza quadrata. Lazione è stata intrapresa in tutta Italia. A seguire, la denuncia della situazione che in Italia fa registrare un tragico bilancio di morti sul lavoro. “Più di 2500 incidenti al giorno, tre morti quotidiane, 27 invalidi permanenti, per un bilancio complessivo che nel 2007 ha raggiunto le 1.200 vittime” si legge ancora nel comunicato “Ogni maledetto giorno in Italia si muore sul lavoro, con cifre e proporzioni indegne di un Paese civile. Ogni maledetto giorno la Nazione cade strozzata dagli speculatori, dagli affaristi e dai loro padroni e padrini illustri. Contro lo scempio sociale delle morti sul lavoro, CasaPound Italia vuole aprire gli occhi di quegli italiani che qualcuno vorrebbe distratti dalle avventure, certo socialmente fondamentali, di ex parlamentari comunisti alle prese con reality e rotocalchi”.
http://www.youtube.com/watch?v=n7cQ6yQ62kk&eurl=http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2008/11/27/statue-incappucciate-la-protesta-di-casapound-contro-le-morti-bianche/
venerdì 28 novembre 2008
giovedì 27 novembre 2008
Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce

Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce
18.00 EURO
Di Antonio Pennacchi. "La città è il posto l'incrocio, la cerniera - dove si svolgono i traffici, gli scambi, le comunicazioni. Ed è per questo che una città non è un museo, se non è morta. Se è viva si trasforma, inevitabilmente." Così come si sono trasformate le "città del Duce", quelle innumerevoli "città di fondazione" tirate su dal regime tutte più o meno sullo stesso modello, e tutte con lo stesso intento: realizzare la rivoluzione agraria che Mussolini aveva promesso ai suoi reduci e su cui voleva fondare l'impero autarchico. Si comincia nel '28 con la bonifica delle Paludi Pontine, poi le Puglie, la Libia, il latifondo siciliano. Una vera epopea edificatrice, almeno secondo l'autore che quelle città le ha cercate, visitate, fotografate, studiate una per una arrivando a contarne ben 147. Alcune oggi sono grandi e affollate, altre desolate e spettrali. Eppure hanno molto in comune: la loro storia di "città nuove". Brossura 14 x 21 cm. pag. 342 con 86 illustrazioni b/n
lunedì 24 novembre 2008
dal sito di FARE VERDE
La mondezza puzza, ma certa politica non è da meno
DI CARLO: UN ASSESSORE ALLA VACCINARA
Fare Verde chiede le dimissioni dell'assessore alla casa e ai rifiuti,si schiera contro il monopolio dei privati sui rifiutie indica la soluzione nella raccolta porta a porta della differenziataLa discarica più grande d'Europa, falde inquinate, aria irrespirabile, raccolta differenziata ai minimi termini, monopolio dei privati nella gestione dei rifiuti, uso di "nuove tecnologie" messe al bando nel resto d'Europa, produzione di diossina, mancanza di centraline, piani d'emergenza e controlli inesistenti. Questa è la situazione dei rifiuti a Roma, portata all'attenzione nazionale dalla trasmissione Report. Una situazione che Fare Verde denuncia da anni, aggravata oggi dalle incredibili affermazioni dell'assessore regionale Mario Di Carlo.“Dopo le gravissime affermazioni fatte nel corso dell'ultima puntata della trasmissione televisiva Report” - afferma Massimo De Maio presidente nazionale di Fare Verde onlus - “è inammissibile che l'assessore Mario Di Carlo possa continuare a gestire serenamente la propria delega ai rifiuti nella Giunta della Regione Lazio. In un contesto tragico come quello della gestione dei rifiuti, scoprire che i massimi responsabili pubblici delegano completamente le scelte all'imprenditore privato Manlio Cerroni fa inorridire, ma al contempo spiega la mancanza di qualsiasi politica seria sul problema rifiuti”.“Le affermazioni di Di Carlo” - aggiunge Claudia Iacobelli, presidente regionale di Fare Verde Lazio - “sono gravissime nella misura in cui prima giustificano l'invio di materiali riciclabili all'incenerimento contro qualsiasi normativa europea e, subito dopo, confermano i propri personali legami con l'imprenditore interessato a bruciare e non riciclare i rifiuti di Roma. Di Carlo sostenendo in modo molto colorito che a bruciare "certo non poteva essere verdura", dimostra la totale inadeguatezza al ruolo che ricopre e fa emergere pesanti interrogativi sul perché la delega ai rifiuti sia stata assegnata a lui e non all'assessore all'ambiente che, di contro, ha recentemente lanciato progetti per la riduzione dei rifiuti.Un capitolo a parte meritano le dichiarazioni del nuovo amministratore dell'AMA Panzironi che definendo la raccolta porta a porta dispendiosa offre un sostegno alle tesi di Di Carlo e apre la via al tutto in discarica/tutto da bruciare, tesi che fanno felice il monopolista Cerroni, ma non i cittadini romani”.“Quanto dovremo aspettare,” - conclude Iacobelli - “per vedere Comune, Provincia e Regione costituirsi parte civile nei processi ambientali contro i gestori della discarica di Malagrotta, per avere le centraline e monitoraggi intorno a discarica e inceneritore, per avere amministratori, che si occupano di rifiuti tutelando gli interessi dei cittadini e non favorendo imprenditori privati?Dopo il sequestro dell'inceneritore di Malagrotta, Roma deve avere il coraggio di aprire una nuova stagione nella gestione dei rifiuti. Per adesso, come segnale positivo, vorremmo vedere le dimissioni di Di Carlo”.
DI CARLO: UN ASSESSORE ALLA VACCINARA
Fare Verde chiede le dimissioni dell'assessore alla casa e ai rifiuti,si schiera contro il monopolio dei privati sui rifiutie indica la soluzione nella raccolta porta a porta della differenziataLa discarica più grande d'Europa, falde inquinate, aria irrespirabile, raccolta differenziata ai minimi termini, monopolio dei privati nella gestione dei rifiuti, uso di "nuove tecnologie" messe al bando nel resto d'Europa, produzione di diossina, mancanza di centraline, piani d'emergenza e controlli inesistenti. Questa è la situazione dei rifiuti a Roma, portata all'attenzione nazionale dalla trasmissione Report. Una situazione che Fare Verde denuncia da anni, aggravata oggi dalle incredibili affermazioni dell'assessore regionale Mario Di Carlo.“Dopo le gravissime affermazioni fatte nel corso dell'ultima puntata della trasmissione televisiva Report” - afferma Massimo De Maio presidente nazionale di Fare Verde onlus - “è inammissibile che l'assessore Mario Di Carlo possa continuare a gestire serenamente la propria delega ai rifiuti nella Giunta della Regione Lazio. In un contesto tragico come quello della gestione dei rifiuti, scoprire che i massimi responsabili pubblici delegano completamente le scelte all'imprenditore privato Manlio Cerroni fa inorridire, ma al contempo spiega la mancanza di qualsiasi politica seria sul problema rifiuti”.“Le affermazioni di Di Carlo” - aggiunge Claudia Iacobelli, presidente regionale di Fare Verde Lazio - “sono gravissime nella misura in cui prima giustificano l'invio di materiali riciclabili all'incenerimento contro qualsiasi normativa europea e, subito dopo, confermano i propri personali legami con l'imprenditore interessato a bruciare e non riciclare i rifiuti di Roma. Di Carlo sostenendo in modo molto colorito che a bruciare "certo non poteva essere verdura", dimostra la totale inadeguatezza al ruolo che ricopre e fa emergere pesanti interrogativi sul perché la delega ai rifiuti sia stata assegnata a lui e non all'assessore all'ambiente che, di contro, ha recentemente lanciato progetti per la riduzione dei rifiuti.Un capitolo a parte meritano le dichiarazioni del nuovo amministratore dell'AMA Panzironi che definendo la raccolta porta a porta dispendiosa offre un sostegno alle tesi di Di Carlo e apre la via al tutto in discarica/tutto da bruciare, tesi che fanno felice il monopolista Cerroni, ma non i cittadini romani”.“Quanto dovremo aspettare,” - conclude Iacobelli - “per vedere Comune, Provincia e Regione costituirsi parte civile nei processi ambientali contro i gestori della discarica di Malagrotta, per avere le centraline e monitoraggi intorno a discarica e inceneritore, per avere amministratori, che si occupano di rifiuti tutelando gli interessi dei cittadini e non favorendo imprenditori privati?Dopo il sequestro dell'inceneritore di Malagrotta, Roma deve avere il coraggio di aprire una nuova stagione nella gestione dei rifiuti. Per adesso, come segnale positivo, vorremmo vedere le dimissioni di Di Carlo”.
domenica 23 novembre 2008
Di Pierangelo Buttafuoco
in attesa di leggere il suo nuovo libro (in libreria da mercoledì prossimo) riproduciamo l'imtervista apparsa oggi su "IL GIORNALE"
Buttafuoco, lei mette nelle prime pagine un’ampia citazione di Ahmadinejad sui diritti della donna. Qualcuno reagirà male, leggendo...
«La citazione nessun giornale italiano l’ha riportata anche se era un discorso all’Onu. Mi meraviglio sempre dell’assoluta ignoranza in cui ci muoviamo, l’ho messa per quello. Esattamente nessuno sa quanto i musulmani venerino la Vergine. Insomma, si pretende lo scontro di civiltà quando ignoriamo tutto...».
Lei parla di un Occidente che si fabbrica il suo happy end mentre in realtà si limita a consumarsi. È l’altra faccia di questa ignoranza?
«Io sono cresciuto in una famiglia che ha fatto dell’Occidente una bandiera, sono cresciuto a pane e Pino Romualdi, quindi può capire la sofferenza. Ma oggi questa parola è solo il cavallo di Troia con cui la sinistra fa fare il lavoro sporco alla destra... Per fare un esempio, quando vedo tutti starnazzare attorno alle moschee mi chiedo: ma non sarebbe meglio chiudere le discoteche? La destra una volta era il senso della tradizione, della fede, della patria. Ora cos’è che dovremmo difendere: le minigonne? La vita à la page? Il consumo?... Oppure tutti quei miscredenti che parlano di valori solo perché non tollerano di vedere altri, i musulmani, che sono capaci di fermarsi e di pregare mentre noi non ci riusciamo più?».
È questo che intende dicendo: «La destra ha prodotto il peggior Occidente»?
«Sì, la destra è diventata custode della sovversione, è solo una sinistra senile. Ha dimenticato l’identità greco romana, il cattolicesimo, il Golgota. È carica di pregiudizi. Quei pregiudizi che sono il veleno che ci hanno inoculato gli illuministi...».
A partire dal titolo del libro, Voltaire è visto come uno dei simboli dei nostri mali. Ma è sicuro?
«È stato Voltaire a fabbricare quel pregiudizio sulla religione che ci ha avvelenato... Mentre la religione è l’istinto di sopravvivenza dell’uomo. La religiosità è alla base. Ecco perché nel libro insisto sul Venerdì Santo, sulle processioni che, grazie a Dio, in Sicilia hanno ancora un senso. Insisto sulla croce che un tempo era simbolo di Occidente e ora è rimossa. Pensi a Mel Gibson, l’hanno stanato come un cane rognoso solo perché ci ha messo davanti agli occhi il Golgota. Il Golgota dà fastidio perché è verità...».
Lei delinea una triade che ha difeso la spiritualità nel ’900: Heidegger, Wojtyla e Khomeini. Sull’ultimo si può dissentire.
«È una grande vittima del pregiudizio, quelli che lo osannavano come rivoluzionario sono quelli che ora si scagliano contro di lui in nome della guerra di civiltà. Nessuno però si è preso la briga di studiare davvero la sua storia e il suo pensiero. È un personaggio di enorme spiritualità che ha portato avanti una rivoluzione che è solo in minima parte politica e inoltre aveva un’enorme capacità predittiva... Ha visto in anticipo il crollo dell’Unione Sovietica».
Leggendo si può avere l’impressione che lei dia la nostra civiltà per spacciata e che per questo scriva con rabbia...
«Con rabbia no, diciamo che ci ho messo il sangue... E no, non do la nostra civiltà per spacciata, bisogna scavare all’indietro, recuperare i valori. Sino ad ora siamo andati avanti solo a colpi di rimozione. Bisogna recuperare la tradizione, ma come materia viva... Non è una cosa che si può imporre... Dobbiamo in un certo senso svegliarci da un lungo sonno... Dobbiamo riscoprire la nostra tradizione: Petrarca, Galilei, Leonardo. Qualcuno pensava di andare alla guerra di civiltà armato solo di poche e frettolose voglie».
Ha dedicato il libro a Giuliano Ferrara. Ma il direttore del «Foglio» su molte cose, come la guerra in Irak, la pensa diversamente da così...
«Io e Giuliano, pur nella diversità, stiamo sulla stessa barricata. Io su quella barricata porto uno scudo in più, quello della spiritualità, e la spiritualità nell’Islam sopravvive...».
Cabaret Voltaire. L’islam, il Sacro e l'Occidente Bompiani,
pagg. 226, euro 18
Buttafuoco, lei mette nelle prime pagine un’ampia citazione di Ahmadinejad sui diritti della donna. Qualcuno reagirà male, leggendo...
«La citazione nessun giornale italiano l’ha riportata anche se era un discorso all’Onu. Mi meraviglio sempre dell’assoluta ignoranza in cui ci muoviamo, l’ho messa per quello. Esattamente nessuno sa quanto i musulmani venerino la Vergine. Insomma, si pretende lo scontro di civiltà quando ignoriamo tutto...».
Lei parla di un Occidente che si fabbrica il suo happy end mentre in realtà si limita a consumarsi. È l’altra faccia di questa ignoranza?
«Io sono cresciuto in una famiglia che ha fatto dell’Occidente una bandiera, sono cresciuto a pane e Pino Romualdi, quindi può capire la sofferenza. Ma oggi questa parola è solo il cavallo di Troia con cui la sinistra fa fare il lavoro sporco alla destra... Per fare un esempio, quando vedo tutti starnazzare attorno alle moschee mi chiedo: ma non sarebbe meglio chiudere le discoteche? La destra una volta era il senso della tradizione, della fede, della patria. Ora cos’è che dovremmo difendere: le minigonne? La vita à la page? Il consumo?... Oppure tutti quei miscredenti che parlano di valori solo perché non tollerano di vedere altri, i musulmani, che sono capaci di fermarsi e di pregare mentre noi non ci riusciamo più?».
È questo che intende dicendo: «La destra ha prodotto il peggior Occidente»?
«Sì, la destra è diventata custode della sovversione, è solo una sinistra senile. Ha dimenticato l’identità greco romana, il cattolicesimo, il Golgota. È carica di pregiudizi. Quei pregiudizi che sono il veleno che ci hanno inoculato gli illuministi...».
A partire dal titolo del libro, Voltaire è visto come uno dei simboli dei nostri mali. Ma è sicuro?
«È stato Voltaire a fabbricare quel pregiudizio sulla religione che ci ha avvelenato... Mentre la religione è l’istinto di sopravvivenza dell’uomo. La religiosità è alla base. Ecco perché nel libro insisto sul Venerdì Santo, sulle processioni che, grazie a Dio, in Sicilia hanno ancora un senso. Insisto sulla croce che un tempo era simbolo di Occidente e ora è rimossa. Pensi a Mel Gibson, l’hanno stanato come un cane rognoso solo perché ci ha messo davanti agli occhi il Golgota. Il Golgota dà fastidio perché è verità...».
Lei delinea una triade che ha difeso la spiritualità nel ’900: Heidegger, Wojtyla e Khomeini. Sull’ultimo si può dissentire.
«È una grande vittima del pregiudizio, quelli che lo osannavano come rivoluzionario sono quelli che ora si scagliano contro di lui in nome della guerra di civiltà. Nessuno però si è preso la briga di studiare davvero la sua storia e il suo pensiero. È un personaggio di enorme spiritualità che ha portato avanti una rivoluzione che è solo in minima parte politica e inoltre aveva un’enorme capacità predittiva... Ha visto in anticipo il crollo dell’Unione Sovietica».
Leggendo si può avere l’impressione che lei dia la nostra civiltà per spacciata e che per questo scriva con rabbia...
«Con rabbia no, diciamo che ci ho messo il sangue... E no, non do la nostra civiltà per spacciata, bisogna scavare all’indietro, recuperare i valori. Sino ad ora siamo andati avanti solo a colpi di rimozione. Bisogna recuperare la tradizione, ma come materia viva... Non è una cosa che si può imporre... Dobbiamo in un certo senso svegliarci da un lungo sonno... Dobbiamo riscoprire la nostra tradizione: Petrarca, Galilei, Leonardo. Qualcuno pensava di andare alla guerra di civiltà armato solo di poche e frettolose voglie».
Ha dedicato il libro a Giuliano Ferrara. Ma il direttore del «Foglio» su molte cose, come la guerra in Irak, la pensa diversamente da così...
«Io e Giuliano, pur nella diversità, stiamo sulla stessa barricata. Io su quella barricata porto uno scudo in più, quello della spiritualità, e la spiritualità nell’Islam sopravvive...».
Cabaret Voltaire. L’islam, il Sacro e l'Occidente Bompiani,
pagg. 226, euro 18
giovedì 20 novembre 2008
Ma guarda!
A Treviso la CGIL chiede di sospendere i flussi d'immigrati. "Basta nuovi ingressi di stranieri, finché non saranno ricollocati quelli lasciati a casa in questi mesi dalle aziende".
Paolino Barbiero,Segretario della CGIL di Treviso, precisa "Noi non chiederemo di bloccare totalmente i flussi d'ingresso. Partendo però dalla considerazione che nella nostra provincia sono ormai migliaia gli immigrati rimasti senza lavoro e molti di loro ora rischiano di venire espulsi o di rimanere sul territorio in condizione di clandestini, abbiamo chiesto alle autorità d'intervenire sul governo per sospendere i nuovi arrivi, finché non saranno riassorbiti i disoccupati stranieri. Oltre, ovviamente a quelli italiani".
Paolino Barbiero,Segretario della CGIL di Treviso, precisa "Noi non chiederemo di bloccare totalmente i flussi d'ingresso. Partendo però dalla considerazione che nella nostra provincia sono ormai migliaia gli immigrati rimasti senza lavoro e molti di loro ora rischiano di venire espulsi o di rimanere sul territorio in condizione di clandestini, abbiamo chiesto alle autorità d'intervenire sul governo per sospendere i nuovi arrivi, finché non saranno riassorbiti i disoccupati stranieri. Oltre, ovviamente a quelli italiani".
martedì 18 novembre 2008
Stefano Vincenzi ospite dei "Giovedì della Spirito"
Nel quadro del ciclo di appuntamenti “I giovedì della Spirito”, Stefano Vincenzi presenterà il volume Verso Costantinopoli. Romanzo storico, (Romagraf 2008).
Il romanzo di Vincenzi, strutturato su un ampio lavoro di ricerca e di documentazione storica, è ambientato nell'Impero romano d'Oriente fra il 913 ed il 927 per snodare il tema narrativo centrale intorno alla crisi bulgara, uno degli aspetti più problematici dell'Impero.
Introduce Giuseppe Parlato Vicepresidente della Fondazione Spirito.
L'incontro si svolgerà giovedì 20 novembre alle ore 17.30 nella Sala Renzo De Felice della Fondazione Spirito, in Via Genova 24, Roma.
Stefano Vincenzi, è responsabile della Funzione Compliance di Mediobanca. Inoltre, è professore di Mercato Finanziario Europeo presso la Facoltà di Economia della Libera Università degli studi "S. Pio V" di Roma. Autore di numerose pubblicazioni, questo è il suo primo romanzo.
Il romanzo di Vincenzi, strutturato su un ampio lavoro di ricerca e di documentazione storica, è ambientato nell'Impero romano d'Oriente fra il 913 ed il 927 per snodare il tema narrativo centrale intorno alla crisi bulgara, uno degli aspetti più problematici dell'Impero.
Introduce Giuseppe Parlato Vicepresidente della Fondazione Spirito.
L'incontro si svolgerà giovedì 20 novembre alle ore 17.30 nella Sala Renzo De Felice della Fondazione Spirito, in Via Genova 24, Roma.
Stefano Vincenzi, è responsabile della Funzione Compliance di Mediobanca. Inoltre, è professore di Mercato Finanziario Europeo presso la Facoltà di Economia della Libera Università degli studi "S. Pio V" di Roma. Autore di numerose pubblicazioni, questo è il suo primo romanzo.
Ancora sui fatti di Piazza Navona
È stato assolto Michele B. , 19enne appartenente al Blocco Studentesco, arrestato nel corso degli scontri del 29 ottobre scorso a piazza Navona a margine della manifestazione contro il decreto Gelmini. Lo ha stabilito il giudice Valerio Di Gioia accogliendo così l'istanza del pm Silvia Pirro e del difensore del ragazzo, l'avvocato Lorenzo Contucci. .
Procedimento stralciato invece per Yassir Goretz, 33enne responsabile del servizio di sicurezza di Rifondazione Comunista.
Resistenza a pubblico ufficiale era il reato contestato a entrambi mentre nei confronti di Gorez era ipotizzato quello di lesioni personali a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata e danneggiamento.
Procedimento stralciato invece per Yassir Goretz, 33enne responsabile del servizio di sicurezza di Rifondazione Comunista.
Resistenza a pubblico ufficiale era il reato contestato a entrambi mentre nei confronti di Gorez era ipotizzato quello di lesioni personali a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata e danneggiamento.
mercoledì 12 novembre 2008
GABBO
Da tuttosport :
«Di fronte a un agente che davanti a una rissa ritiene di impugnare una pistola e sparare- ha continuato Manganelli, ospite del secondo seminario di aggiornamento per giornalisti sportivi dal titolo "Il calcio e chi lo racconta", tenutosi a Coverciano- si può parlare di una azione a dire poco avventata...».
Considerato che il povero Gabbo è stato ucciso a bordo di un auto o la rissa si svolgeva nella stessa o si è in presenza di un uso avventato della lingua italiana.
Ricordiamo il bel volume di Maurizio Martucci "11 novembre 2007" in cui si analizzano con precisione i modi con cui è stata costruita disinformazione (anche) su questo argomento.
«Di fronte a un agente che davanti a una rissa ritiene di impugnare una pistola e sparare- ha continuato Manganelli, ospite del secondo seminario di aggiornamento per giornalisti sportivi dal titolo "Il calcio e chi lo racconta", tenutosi a Coverciano- si può parlare di una azione a dire poco avventata...».
Considerato che il povero Gabbo è stato ucciso a bordo di un auto o la rissa si svolgeva nella stessa o si è in presenza di un uso avventato della lingua italiana.
Ricordiamo il bel volume di Maurizio Martucci "11 novembre 2007" in cui si analizzano con precisione i modi con cui è stata costruita disinformazione (anche) su questo argomento.
lunedì 10 novembre 2008
Conferenza Fondazione Ugo Spirito
Nel quadro del ciclo di appuntamenti “I giovedì della Spirito”, Roberto Chiarini presenterà il volume L'intellettuale antisemita, (Marsilio 2008). Il volume curato da Chiarini, raccoglie i contributi di alcuni fra i più noti studiosi italiani di antisemitismo e di cultura italiana del Novecento sul tema del rapporto fra fascismo e leggi razziali. Partecipa Stefano Folli. Introduce Gianni Scipione Rossi Vicepresidente della Fondazione Spirito. L'incontro si svolgerà giovedì 13 novembre alle ore 18.00 nella Sala Renzo De Felice della Fondazione Spirito, in Via Genova 24, Roma.
Roberto Chiarini, è ordinario di Storia contemporanea e titolare dell'insegnamento di Storia dei partiti alla Facoltà di Scienze Politiche all'Università statale di Milano. Presidente del Centro studi e documentazione per la storia della RSI di Salò, fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Turati di Firenze e della Fondazione Lucchini di Brescia. Fra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Destra italiana dall'Unità d'Italia ad Alleanza Nazionale, (Marsilio 1995); La destra allo specchio. La cultura politica di An, (Marsilio 2001); 25 Aprile. La competizione politica sulla memoria, Venezia, Marsilio, 2005 e con Marco Cuzzi, Vivere al tempo della RSI (La Compagnia della Stampa 2007). Roma, 10 Novembre 2008
Roberto Chiarini, è ordinario di Storia contemporanea e titolare dell'insegnamento di Storia dei partiti alla Facoltà di Scienze Politiche all'Università statale di Milano. Presidente del Centro studi e documentazione per la storia della RSI di Salò, fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Turati di Firenze e della Fondazione Lucchini di Brescia. Fra le numerose pubblicazioni ricordiamo: Destra italiana dall'Unità d'Italia ad Alleanza Nazionale, (Marsilio 1995); La destra allo specchio. La cultura politica di An, (Marsilio 2001); 25 Aprile. La competizione politica sulla memoria, Venezia, Marsilio, 2005 e con Marco Cuzzi, Vivere al tempo della RSI (La Compagnia della Stampa 2007). Roma, 10 Novembre 2008
giovedì 6 novembre 2008
da "Il Corriere dellasera"
Davide e la cinghia "Io combattente figlio di una hippy"
ROMA — «Io lo so, voi pensate che noi siamo i fascisti che vanno in piazza Navona, la trovano piena di comunisti e allora cominciano a picchiare i ragazzini.
Ma io c'ero, il 29 ottobre. Ed ero quello con la cinghia in mano, una cinta di cuoio con la fibbia di bronzo zazà, ZetaZeroAlfa.
Ora è distrutta...». Sì, è proprio lui quello mandato in onda da «Chi l'ha visto?», si chiama Davide Di Stefano, è uno dei capi del Blocco Studentesco, ha 22 anni e studia Scienze politiche a Roma Tre: «Figlio di Patrizia, un'ex hippy che oggi prepara marmellate in campagna, e di Luigi, socialista e scrittore.
Son diventato fascista nel 2001, quando al mio liceo, il "Socrate" della Garbatella, volevo prendere parte all'occupazione contro la Moratti.
Ma quelli del collettivo "Dante Di Nanni", dal nome di un partigiano, mi mandarono via.
Perché io, romano da 9 generazioni, difendevo a spada tratta la romanità e l'Impero».
Davide la sera consegna le pizze a domicilio, guadagna 400 euro al mese e vive nel palazzo occupato di CasaPound.
Era presente anche lunedì sera al blitz contro la Rai, in via Teulada.
Lettura preferita: Diario di uno squadrista toscano, di Mario Piazzesi.
È fidanzato con Priscilla, 18 anni, fascista come lui.
«È tutto merito di Priscilla — dice — se è venuta a galla una verità diversa sugli scontri di piazza Navona.
Perché Priscilla, coraggiosissima, in quei secondi di caos è rimasta in piedi sul camioncino e con una Sony ha filmato tutto, anche quando mi son fatto dare la cinta da Cristopher, 16 anni, e mi sono scontrato con quello là».
«Quello là», dice Davide, non era però un ragazzino.
E nel filmato di Priscilla — messo già in rete su YouTube — si vede bene: «È uno con la barba e il bomber blu, è un ultratrentenne dei Rash, Red and Anarchist Skin Heads — spiega Davide — Nel loro sito, Militant, i Rash dicono chiaramente che il loro sport preferito è la caccia al fascista.
Erano i Rash che non ci volevano far passare quella mattina col camioncino. È con loro che c'è stato il primo scontro alle 11.
Noi li spingevamo perché volevamo passare e quelli allora hanno cominciato con le cinghie e i caschi. Così ci siamo difesi...».
Davide, sulla spalla destra, ha tatuato un teschio con una rosa tra i denti: «È un simbolo della X Mas, ma per me vuol dire, soprattutto, ridere in faccia alla morte.
Io però non sono un violento, io sono solo un combattente. Combatto da sempre per la libertà e la giustizia sociale. Scusate: ma che dovevo fare? Farmi menare per risultare simpatico? Se c'è uno che mi dice: tu non passi, tu oggi non manifesti, io non scappo».
A proposito. C'è una canzone del gruppo ZetaZeroAlfa che s'intitola Cinghiamattanza: «Uno, mi sfilo la cinta; due, inizia la danza; tre, prendo la mira; quattro, cinghiamattanza..». Pare che sia il ballo preferito da quelli del Blocco: «Sì, ma mica ci alleniamo durante la settimana a fare a cinghiate — dice Davide —. Quello è solo un gioco tra camerati, nel ballo le cinte non hanno mai le fibbie, sono cinghiate che non fanno male». Sarà.
Il Blocco, però, in piazza Navona, anche dopo, ha risposto in maniera paramilitare. Con una falange armata di bastoni tricolori. «Eravamo solo in tre a sapere di quei 30 bastoni nascosti sul camioncino — confessa Davide —. Ce l'eravamo portati perché conosciamo i nostri polli e già da qualche giorno il clima era cambiato.
Alla sinistra radicale, specie a Rifondazione, non andava bene che il movimento procedesse unito: né rossi né neri ma liberi pensieri... Così, hanno pensato bene di distruggere quell'unità. Quando il giorno dopo, allo sciopero generale, ho visto Bonanni che parlava dal palco di piazza del Popolo piena di palloncini colorati, mi sarei voluto ammazzare. La normalizzazione era compiuta».
Fabrizio Caccia
Da: "Corriere della Sera" del 6 novembre 2008
ROMA — «Io lo so, voi pensate che noi siamo i fascisti che vanno in piazza Navona, la trovano piena di comunisti e allora cominciano a picchiare i ragazzini.
Ma io c'ero, il 29 ottobre. Ed ero quello con la cinghia in mano, una cinta di cuoio con la fibbia di bronzo zazà, ZetaZeroAlfa.
Ora è distrutta...». Sì, è proprio lui quello mandato in onda da «Chi l'ha visto?», si chiama Davide Di Stefano, è uno dei capi del Blocco Studentesco, ha 22 anni e studia Scienze politiche a Roma Tre: «Figlio di Patrizia, un'ex hippy che oggi prepara marmellate in campagna, e di Luigi, socialista e scrittore.
Son diventato fascista nel 2001, quando al mio liceo, il "Socrate" della Garbatella, volevo prendere parte all'occupazione contro la Moratti.
Ma quelli del collettivo "Dante Di Nanni", dal nome di un partigiano, mi mandarono via.
Perché io, romano da 9 generazioni, difendevo a spada tratta la romanità e l'Impero».
Davide la sera consegna le pizze a domicilio, guadagna 400 euro al mese e vive nel palazzo occupato di CasaPound.
Era presente anche lunedì sera al blitz contro la Rai, in via Teulada.
Lettura preferita: Diario di uno squadrista toscano, di Mario Piazzesi.
È fidanzato con Priscilla, 18 anni, fascista come lui.
«È tutto merito di Priscilla — dice — se è venuta a galla una verità diversa sugli scontri di piazza Navona.
Perché Priscilla, coraggiosissima, in quei secondi di caos è rimasta in piedi sul camioncino e con una Sony ha filmato tutto, anche quando mi son fatto dare la cinta da Cristopher, 16 anni, e mi sono scontrato con quello là».
«Quello là», dice Davide, non era però un ragazzino.
E nel filmato di Priscilla — messo già in rete su YouTube — si vede bene: «È uno con la barba e il bomber blu, è un ultratrentenne dei Rash, Red and Anarchist Skin Heads — spiega Davide — Nel loro sito, Militant, i Rash dicono chiaramente che il loro sport preferito è la caccia al fascista.
Erano i Rash che non ci volevano far passare quella mattina col camioncino. È con loro che c'è stato il primo scontro alle 11.
Noi li spingevamo perché volevamo passare e quelli allora hanno cominciato con le cinghie e i caschi. Così ci siamo difesi...».
Davide, sulla spalla destra, ha tatuato un teschio con una rosa tra i denti: «È un simbolo della X Mas, ma per me vuol dire, soprattutto, ridere in faccia alla morte.
Io però non sono un violento, io sono solo un combattente. Combatto da sempre per la libertà e la giustizia sociale. Scusate: ma che dovevo fare? Farmi menare per risultare simpatico? Se c'è uno che mi dice: tu non passi, tu oggi non manifesti, io non scappo».
A proposito. C'è una canzone del gruppo ZetaZeroAlfa che s'intitola Cinghiamattanza: «Uno, mi sfilo la cinta; due, inizia la danza; tre, prendo la mira; quattro, cinghiamattanza..». Pare che sia il ballo preferito da quelli del Blocco: «Sì, ma mica ci alleniamo durante la settimana a fare a cinghiate — dice Davide —. Quello è solo un gioco tra camerati, nel ballo le cinte non hanno mai le fibbie, sono cinghiate che non fanno male». Sarà.
Il Blocco, però, in piazza Navona, anche dopo, ha risposto in maniera paramilitare. Con una falange armata di bastoni tricolori. «Eravamo solo in tre a sapere di quei 30 bastoni nascosti sul camioncino — confessa Davide —. Ce l'eravamo portati perché conosciamo i nostri polli e già da qualche giorno il clima era cambiato.
Alla sinistra radicale, specie a Rifondazione, non andava bene che il movimento procedesse unito: né rossi né neri ma liberi pensieri... Così, hanno pensato bene di distruggere quell'unità. Quando il giorno dopo, allo sciopero generale, ho visto Bonanni che parlava dal palco di piazza del Popolo piena di palloncini colorati, mi sarei voluto ammazzare. La normalizzazione era compiuta».
Fabrizio Caccia
Da: "Corriere della Sera" del 6 novembre 2008
Obama
Maliziosi sostengono che nelle manifestazioni "italiane" per la vittoria di Obama siano state lanciate sulla folla caramelle e sigarette.
A chi poteva dimostrare di chiamarsi Silvio veniva regalata una bevanda gassata, ai Valter veniva offerto biglietto omaggio per assistere a proiezione cinematografica USA.
Ridatemi Lang
A chi poteva dimostrare di chiamarsi Silvio veniva regalata una bevanda gassata, ai Valter veniva offerto biglietto omaggio per assistere a proiezione cinematografica USA.
Ridatemi Lang
mercoledì 5 novembre 2008
208000
La vicenda legata al comportamento della RAI (Chi l'ha visto?) nei confronti dei ragazzi del blocco va stigmatizzato.
Ma al di là dei giudizi politici e dell'assoluta mancanza di informazione sulle ragioni dei critici nel mentre nei tele giornali e video si viene subissati dalla "indignazione"
dei soliti noti sorprende che non prendano coscienza di un dato:il video di controinformazione sui fatti di Piazza Navona (inserito anche in questo blog)è stato visto,al momento,da oltre 208000 (duecentootomila)utenti.
Ma al di là dei giudizi politici e dell'assoluta mancanza di informazione sulle ragioni dei critici nel mentre nei tele giornali e video si viene subissati dalla "indignazione"
dei soliti noti sorprende che non prendano coscienza di un dato:il video di controinformazione sui fatti di Piazza Navona (inserito anche in questo blog)è stato visto,al momento,da oltre 208000 (duecentootomila)utenti.
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