venerdì 23 ottobre 2009


martedì 20 ottobre 2009

Da "Il Fondo Magazine"

Ma cDonald’s vs Mac Bun
Giorgio Ballario
Arroganti. Arroganti e aggressivi. Arroganti, aggressivi e anche ottusi. Perché vanificano, con un gesto arrogante, aggressivo e ottuso, milioni di euro d’investimenti pubblicitari per farsi un’immagine positiva. Le minacce del colosso americano McDonald’s, re mondiale del fast-food, a una microscopica agri-hamburgeria di Rivoli, in provincia di Torino, avrebbero anche un risvolto comico se non ci fossero di mezzo avvocati e carte bollate.
La vicenda è abbastanza nota perché, dopo essere uscita sulle pagine locali de La Stampa, è stata ripresa da blog e siti internet di mezza Italia. Agli intraprendenti Gaetano Scaglia e Francesco Bianco, imprenditori e allevatori del Torinese, è venuto in mente di mettere in pratica quel che da tempo predicano tanti teorici del mangiar sano e dei principi ecologici applicati alla filiera agroalimentare: aprire un fast-food a “chilometri zero”. Cioè con prodotti certificati e di qualità provenienti dal territorio. Quindi polpette di carne proveniente dall’allevamento della stessa famiglia Scaglia, vino del Monferrato, birra artigianale della Val Susa, patate locali fritte in olio di semi prodotto nel Cuneese, pane di un piccolo forno della zona.
Per dare un tocco simpatico allo slow-fast-food, Scaglia e Bianco hanno deciso di chiamarlo “Mac Bun”, che se da un lato fa indubbiamente venire in mente il gruppo multinazionale del “mangiare veloce”, dall’altro rimanda esplicitamente alla lingua piemontese (mac bun=solo buono). Ancora una volta local contro global, insomma. Ma gli avvocati della McDonald’s a quanto pare non conoscono il piemontese. E non hanno nemmeno il gusto dell’ironia. Pochi giorni dopo aver depositato il marchio alla Camera di Commercio, i due imprenditori di Rivoli si sono visti arrivare una diffida dai legali del Re del panino.
Quel “Mac”, secondo loro, richiama un po’ troppo il nome dell’enorme catena di fast-food, che campeggia da New York a Buenos Aires, da Pechino a Johannesburg. Proibito quindi usarlo nell’insegna del piccolo locale di Rivoli, pena una causa milionaria nella quale è facile prevedere chi la spunterebbe. Arroganti, aggressivi e pure preventivi, come hanno imparato ad esserlo gli americani anche in questioni più importanti e tragiche di una polpetta. Ma sempre ottusi.
Perché i due piccoli imprenditori, sia pure un po’ spaventati, non si sono dati per vinti. Hanno affidato a un avvocato il compito di tutelarli in sede legale e hanno aperto ugualmente il locale, infischiandosene delle minacce del signor McDonald’s. Anche se a scanso di equivoci, per ora hanno esposto un’insegna autocensurata: M** Bun.
Insomma, un po’ la ripetizione in salsa padana della storia - vera - del piccolo fornaio di Altamura che anni fa sconfisse il McDonald’s che aveva aperto davanti a lui, battagliando con cheeseburger e Big Mac a suon di pizzette e focacce con le olive pugliesi. Una vicenda sfociata persino in un film con Michele Placido.
E’ un po’ presto per capire se anche Mac Bun sconfiggerà il Moloch d’oltreoceano, ma per ora ha già vinto la battaglia mediatica. Più o meno tutti - dalla Coldiretti a Carlin Petrini di Slow Food, dai politici locali agli chef stellati - si sono schierati dalla parte del fast-food local e ai soci di Mac Bun già arrivate un paio di proposte per l’apertura in franchising di altre agri-hamburgerie, oltre a un invito a partecipare al Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio. E sabato scorso fuori dal locale di Rivoli c’era la coda, con gente disposta ad aspettare anche un’ora pur di assaggiare i panini con polpette a “km zero”.
Il Re del Fast Food per il momento tace. Forse in cuor suo rimpiange di aver provato a schiacciare quel fastidioso microbo, che in definitiva non gli avrebbe arrecato nessun danno economico. E che invece gli sta provocando parecchi grattacapi sotto il profilo dell’immagine. E magari maledice quella città - Torino - che già un paio d’anni fa gli aveva fatto uno sgambetto mediatico.
McDonald’s aveva licenziato una cameriera colpevole di aver regalato una bibita e un cartoccio di patatine a un bambino che elemosinava sotto i portici. Prezzo alla cassa: 4 euro. “All’azienda non ho rubato nulla”, si era difesa la donna messa alla porta, “Faceva parte del pranzo che mi spettava”. Niente da fare. Licenziata in tronco per giusta causa. Anche in quel caso c’era stato qualcuno - un avvocato - che ci aveva messo un pizzico di coraggio. E una dose di sana follia per affrontare il colosso a mani nude. In primo grado il giudice aveva dato torto alla lavoratrice, ma poi la notizia uscì sulla prima pagina di un giornale. L’appello venne fissato in pochi mesi e la corte di secondo grado ribaltò la sentenza, costringendo Golia a riassumere Davide. Una bella lezione di vita. Ma i colossi dell’economia non imparano mai: restano arroganti, aggressivi e ottusi.
http://www.mirorenzaglia.org/



lunedì 12 ottobre 2009

la tua amica banca

Ci fa piacere segnalare questo blog http://blog.libero.it/raccontalebanche/ con cui si vuole "controinformare" sulla realtà delle banche.

mercoledì 29 aprile 2009

Vi fosse sfuggito

Da REPUBBLICA

Per il compleanno di Roma si alza la polemica politica. Il Pd contesta l'allestimento proposto dal sindaco Gianni Alemanno per ricordare il 21 aprile del 753 a.C., in cui la tradizione popolare vuole la fondazione della futura capitale d'Italia. Non è piaciuto lo show di luci e immagini proposto ieri sera ai Mercati di Traiano, preludio degli appuntamenti organizzati domani in Campidoglio e lungo i Fori Imperiali. Le scene usate per evocare il passato della città, sono state giudicate improprie e tali da indurre "il sindaco a chiedere scusa ai romani". Parola del deputato Pd Walter Verini che quell'accostamento di Benito Mussolini che pronuncia la dichiarazione di guerra alle scene del film sulla Resistenza "Roma città aperta", proprio non gli sono andate giù. "Una cosa gravissima per la quale sindaco e amministrazione farebbero bene a scusarsi con la città", ha detto Verini. "La proiezione è avvenuta senza alcuna presa di distanza da un evento che gettò l'Italia nell'orrore della guerra insieme ai nazisti di Hitler. Roma, città medaglia d'oro della Resistenza, non merita queste offese alla memoria". Neppure la nipote del dittatore è convinta che la scelta del comune sia stata la più felice. Seppure esprime un giudizio non del tutto negativo sulla kermesse, Alessandra Mussolini, parlamentare del Pdl, ammette che "accostare Nerone a Benito Mussolini non è il massimo dal punto di vista storico". Ma l'assessore comunale alla cultura Umberto Croppi, supervisore dell'iniziativa Romagnificat - il Natale di Roma, non accetta critiche e spiega: "Le immagini di Mussolini erano in chiave negativa. Nella lunga carrellata di immagini che hanno ricostruito la storia di Roma, le sequenze della dichiarazione di guerra di Mussolini letta dal balcone di piazza Venezia, erano messe chiaramente in una chiave negativa. Nel video, Mussolini viene messo in sovraimpressione con Nerone che canta la distruzione della città e subito dopo si vedono gli effetti di quella dichiarazione di guerra nelle tragiche immagini di "Roma città aperta". Non c'era nessun intento celebrativo ma, al contrario, la memoria e la condanna del dramma della guerra e dell'occupazione nazista."

martedì 28 aprile 2009

UDC candida

Per le elezioni europee l'UDC candida Emanuele Filiberto Savoia.
Il popolo delle libertà Susanna Petrone.(foto)

In viaggio per la libertà

IL PULLMAN ROSSO

Venerdì 1° maggio, alle ore 18.00, in Piazza Madonna di Loreto a Roma (Fori Imperiali),
verrà inaugurato Il Pullman Rosso, un caratteristico double decker londinese che ospita
una mostra fotografica itinerante dedicata alla Birmania e alla lotta per la libertà condotta
dalle minoranze etniche di quel paese.
􀀯􀂶iniziativa, realizzata dalle associazioni Uomo Libero (www.luomolibero.it) e Popoli
Onlus (www.comunitapopoli.org), ha lo scopo di informare sulla situazione della
repressione condotta nei confronti di numerose popolazioni da parte della giunta militare di
Rangoon.
Il pullman è stato dotato di quattro monitor, sui quali verranno proiettate fotografie di diversi professionisti, tutti reduci da viaggi in Birmania, tra la gente di Rangoon oppure tra i guerriglieri e i profughi Karen, nascosti nelle giungle orientali del Paese, oggi ribattezzato Myanmar.
Tra gli autori dei reportage Giuliano Koren, Andrea
Pandini e il futurista Graziano Cecchini, ,che ha realizzato
anche un libro fotografico nato
dall'esperienza di un viaggio da clandestino nelle zone dei Karen, la
minoranza che si batte con coraggio per l'autodeterminazione e contro la
produzione e il commercio di droga.
Il giorno 8 maggio il pullman lascerà Roma, per spostarsi in Abruzzo,
dove si trasformerà in un cinema mobile in cui si proietteranno cartoni
animati e film per i ragazzi terremotati. Una deviazione dal percorso
inizialmente programmato per contribuire, con qualche ora di svago, al
divertimento dei piccoli abruzzesi dei paesi più isolati.
A bordo del pullman verranno caricati anche giocattoli e beni di prima
necessità per i bambini, frutto di una raccolta avviata nei giorni
immediatamente successivi al sisma.
Tra le altre tappe del pullman ci saranno Marino, Anzio, Nettuno, Monterotondo, Lecce,
Salemi, Arezzo, Firenze, Trieste, Verona, Varese, Busto Arsizio, Trento, Bolzano,
Rovereto, Riva del Garda.
Special guest allinterno de Il Pullman Rosso è la Laogai Research Foundation, con un
video sulle brutalità, le fucilazioni e i traffici d'organi del regime cinese.
CONTATTI: 348 2698004

Pullman rosso

in viaggio per la libertà
INAUGURAZIONE
Venerdì 1° maggio, alle ore 18.00, in Piazza Madonna di Loreto a Roma (Fori Imperiali),
verrà inaugurato Il Pullman Rosso, un caratteristico double decker londinese che ospita
una mostra fotografica itinerante dedicata alla Birmania e alla lotta per la libertà condotta
dalle minoranze etniche di quel paese.
L'iniziativa, realizzata dalle associazioni Uomo Libero (www.luomolibero.it) e Popoli
Onlus (www.comunitapopoli.org), ha lo scopo di informare sulla situazione della
repressione condotta nei confronti di numerose popolazioni da parte della giunta militare di
Rangoon.
Il pullman è stato dotato di quattro monitor, sui quali
verranno proiettate fotografie di diversi professionisti,
tutti reduci da viaggi in Birmania, tra la gente di
Rangoon oppure tra i guerriglieri e i profughi Karen,
nascosti nelle giungle orientali del Paese, oggi
ribattezzato Myanmar.
Tra gli autori dei reportage Giuliano Koren, Andrea
Pandini e il futurista Graziano Cecchini, alias
RossoTrevi, che ha realizzato
anche un libro fotografico nato
dall'esperienza di un viaggio da clandestino nelle zone dei Karen, la
minoranza che si batte con coraggio per l'autodeterminazione e contro la
produzione e il commercio di droga.
Il giorno 8 maggio il pullman lascerà Roma, per spostarsi in Abruzzo,
dove si trasformerà in un cinema mobile in cui si proietteranno cartoni
animati e film per i ragazzi terremotati. Una deviazione dal percorso
inizialmente programmato per contribuire, con qualche ora di svago, al
divertimento dei piccoli abruzzesi dei paesi più isolati.
A bordo del pullman verranno caricati anche giocattoli e beni di prima
necessità per i bambini, frutto di una raccolta avviata nei giorni
immediatamente successivi al sisma.
Tra le altre tappe del pullman ci saranno Marino, Anzio, Nettuno, Monterotondo, Lecce,
Salemi, Arezzo, Firenze, Trieste, Verona, Varese, Busto Arsizio, Trento, Bolzano,
Rovereto, Riva del Garda.
Da segnalare la presenza ,all'interno de Il Pullman Rosso,della Laogai Research Foundation, con un video sulle brutalità, le fucilazioni e i traffici d'organi del regime cinese.
CONTATTI: 348 2698004

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